L’analisi delle imprese aderenti a Legacoop evidenzia un tratto distintivo: la capacità del sistema di produrre imprese più resilienti, longeve e competitive. In questo paper, parte del report “Costruire il cambiamento“, approfondisco questo tratto.
L’assunto è che l’appartenenza all’ecosistema che Legacoop ha creato, nella sua lunga storia, sia di per sé un fattore di maggiore competitività. Assunto che cercheremo di analizzare con l’ausilio di alcuni dati offrendo anche una sintetica presentazione dei principali strumenti di sistema a supporto dello sviluppo delle imprese aderenti.

Tratto peculiare della Cooperazione socialdemocratica e laica – la propensione alla crescita dimensionale come elemento di rafforzamento anche degli scopi mutualistici – emerge già nel dibattito all’Assemblea Costituente dove il confronto tra l’On. Emilio Canevari (presidente della Lega Nazionale delle Cooperative e Mutue) e l’On. Fiorenzo Cimenti (Segretario Generale di Confcooperative) fa emergere con chiarezza le differenze tra le due culture ed organizzazioni tra cui la propensione della Cooperazione di matrice confessionale per la piccola impresa. [1]
Dalla longevità strutturale alle politiche di filiera, dal presidio nei territori marginali alla rigenerazione d’impresa attraverso i Workers Buyout (WBO), Legacoop dimostra di essere un’infrastruttura economica strategica per il Paese.
Un network, un sistema integrato, capace di attivare strumenti finanziari, competenze, governance multilivello e logiche di mutualizzazione a beneficio delle imprese aderenti. I dati confermano che l’appartenenza a Legacoop si associa a maggiori probabilità di successo, tenuta e crescita.
Un quadro che ci riempie di orgoglio e che carica Legacoop, con il suo ruolo di pivot, di responsabilità e impone un impegno affinché il movimento cooperativo torni a crescere anche in termini di nuove cooperative e possa così rafforzarsi, affermare i propri principi e valori, concorrere allo sviluppo di una società più giusta inclusiva, dinamica e pacifica.
Questa propensione e la creazione di strumenti di sistema per l’accompagnamento alla competitività e alla crescita è coeva e connaturata alla Lega Nazionale delle Cooperative e Mute. Risponde, infatti, all’esigenza di garantire capacità imprenditoriale ad un sistema che, alle origini, associa nelle cooperative prevalentemente competenze professionali, di mestiere, più che competenze manageriali che potevano/possono quindi essere parzialmente fornite dal sistema e risponde ad un’idea di Cooperazione che deve diventare di più grandi dimensioni per meglio raggiungere i propri scopi mutualistici. Infatti, solo se si è cooperativa eccellente anche dal punto di vista imprenditoriale si potrà corrispondere ai soci ed alla comunità: lavoro, beni o servizi di qualità.
1. Longevità e solidità istituzionale: la forza della cooperazione organizzata
Uno studio del 2023 su tutte le società di capitali italiane con oltre 100 anni di vita (1.232 in totale) ha rivelato che: il 62% di queste imprese è costituito da cooperative, e di queste, il 32% aderisce a Legacoop. In termini occupazionali, le cooperative centenarie Legacoop rappresentano oltre 12.900 lavoratori, pari al 41% degli addetti delle cooperative ultracentenarie[2].

Le cooperative e mutue con più di 100 anni di attività, associate a Legacoop, sono 248. Il peso maggiore, sia da un punto di vista numerico sia occupazionale, si riscontra nel settore dei servizi e delle costruzioni. Al 2021, con l’esclusione del settore finanziario e assicurativo, sviluppavano un fatturato di 7,7 miliardi di euro.
La cooperazione ultracentenaria Legacoop contribuisce al 70% del fatturato totale e al 97% dell’utile complessivo delle cooperative censite.
Questi dati non segnalano solo una capacità di resistenza. Dimostrano che il modello cooperativo – quando sostenuto da una struttura come Legacoop – possiede meccanismi di adattamento interni, continuità di missione e una governance pluralistica che favorisce la sostenibilità nel lungo periodo.
2. Workers Buyout: una via cooperativa alla rigenerazione d’impresa
Dal 1985 ad oggi, l’Italia ha sviluppato uno dei più avanzati sistemi normativi e istituzionali per favorire il salvataggio di imprese da parte dei lavoratori, formalizzati nei cosiddetti Workers Buyout (WBO). L’analisi condotta da Bernardi, Cori et al. nel 2022[3], basata su un database costruito con i dati di Legacoop, CFI, Coopfond e la Rete Italiana delle Imprese Recuperate, conferma un dato chiave: le cooperative nate da WBO e aderenti a Legacoop hanno una durata media significativamente superiore (21 anni) rispetto a quelle non associate ad alcuna centrale cooperativa.
Il tasso di sopravvivenza dei WBO associati è del 45,6%, a fronte di un tasso dell’11,1% per i non associati.

In Italia sono state effettuate 346 operazione di WBOs documentate dal Centro Studi Legacoop. Di queste, 195 (il 56%) aderiscono o hanno aderito a Legacoop. Le cooperative ancora attive sono oggi 113 (33% del totale) e di queste circa il 72% aderiscono a Legacoop (81 cooperative).[4]
Il sistema Legacoop fornisce un’infrastruttura tecnica, giuridica e finanziaria che rende concretamente realizzabile il passaggio da impresa fallita a impresa rigenerata: accesso al Fondo Marcora, contributi in conto capitale, anticipo dell’indennità di mobilità da reinvestire nel capitale sociale, supporto alla business strategy.
Coopfond, il Fondo Mutualistico di Legacoop, è intervenuto nel 46% delle aderenti a Legacoop (circa 90 cooperative) per un totale di interventi rotativi di circa 35 milioni.
Il tasso di sopravvivenza a 10 anni supera il 60%, un risultato eccezionale nel panorama europeo delle PMI.
3. Competitività nei settori ad alta intensità di concorrenza
La presenza delle cooperative aderenti a Legacoop si estende con solidi risultati anche ai settori a più alta intensità di concorrenza. Oltre alla già consolidata leadership nella grande distribuzione organizzata (GDO), dove le 12 cooperative Legacoop presenti tra le 40 maggiori imprese italiane rappresentano il 36% del valore della produzione (circa 27 miliardi di euro) e il 28% degli occupati del campione, è presente in altri settori strategici[5].
Nella ristorazione commerciale, le 2 cooperative Legacoop presenti tra le top 40 raggiungono il 9% del valore della produzione complessivo (1,16 miliardi di euro) e il 15% dell’occupazione del settore. Le performance mostrano un significativo recupero post-pandemia, con ritorno alla marginalità positiva e una migliore patrimonializzazione rispetto alle società di capitale, segno di gestione prudente e sostenibile.
Nel comparto delle costruzioni, 3 cooperative Legacoop si posizionano nella top 40 nazionale, rappresentando l’8% del valore della produzione e il 4% dell’occupazione. Pur in un contesto di forte concorrenza e variabilità ciclica, le imprese cooperative mostrano marginalità in crescita e indicatori patrimoniali più virtuosi rispetto ai competitor privati, con una leva finanziaria più contenuta e una struttura del debito più sostenibile.
L’agroalimentare è un’altra area in cui le cooperative Legacoop si distinguono:
• Nella produzione di latte, esse rappresentano il 12% del valore della produzione e l’8% degli occupati del campione. Nonostante una marginalità strutturalmente più bassa, la capacità di rimborso del debito risulta più elevata rispetto alle altre cooperative e alle società di capitale.
• Nella produzione di vino, le cooperative aderenti coprono il 14% del valore della produzione e il 20% degli occupati, con una crescita in linea con i concorrenti privati e una maggiore tenuta dei margini nel biennio 2021-2022.
La capacità competitiva delle cooperative Legacoop si estende anche al comparto manifatturiero, in particolare alla meccanica industriale avanzata. Per esempio, nell’ambito della fabbricazione di macchine per la formatura dei metalli, un’impresa cooperativa aderente a Legacoop è inclusa tra le prime 10 del campione nazionale per valore della produzione, rappresentando il 4% del valore complessivo del settore e il 5% degli occupati delle 40 principali imprese italiane del comparto.
Infine, nella sanità e assistenza sociale, le cooperative Legacoop hanno un’incidenza rilevante: il 9% del valore della produzione e il 22% dell’occupazione tra le prime 40 imprese italiane del settore. Nonostante una leva finanziaria strutturalmente più alta, il sistema mostra segnali di resilienza, anche in termini di capacità di tenuta dei margini e gestione delle risorse.
Nel complesso, le imprese Legacoop si distinguono nei settori ad alta concorrenza per:
- una migliore patrimonializzazione media,
- una tenuta della marginalità più stabile nel medio periodo,
- un modello di crescita più bilanciato,
- una performance occupazionale superiore alla media del mercato in diversi comparti.
Tutti questi elementi confermano che la cooperazione è un attore centrale nella competitività industriale italiana, capace di performare anche nei settori più complessi in termini di capitalizzazione, scala produttiva e pressione concorrenziale.
4. Digitalizzazione: un approccio inclusivo alla trasformazione tecnologica

L’indagine 2023 sulla digitalizzazione nelle imprese cooperative, condotta da Ipsos su 345 cooperative Legacoop, mostra che il 70% ha raggiunto almeno un livello base di digitalizzazione, superiore alla media italiana (61%) e a quella europea (58%).[6]
In generale, la distribuzione nelle varie fasce di intensità appare leggermente migliore di quella riscontrata a livello nazionale e, dato significativo, rispetto all’analoga rilevazione svolta nel 2021, si nota un miglioramento.
Nel dettaglio:
- il 54% utilizza strumenti di cloud computing,
- il 35% adotta software ERP per la gestione integrata,
- il 18% fa uso di strumenti di analisi dei dati,
- l’8% ha già introdotto elementi di intelligenza artificiale.
Questi risultati sono particolarmente rilevanti perché ottenuti anche da cooperative di piccola dimensione e attive in settori tradizionali, segno che l’azione sistemica di Legacoop (formazione, accompagnamento, accesso a servizi condivisi) riduce la distanza digitale tra imprese diverse e abilita innovazione.
4 bis. I consorzi nazionali: un’infrastruttura per la crescita della piccola e media cooperazione
Tra gli strumenti storicamente promossi da Legacoop per sostenere la crescita del movimento cooperativo, un ruolo cruciale è stato svolto dalle strutture consortili. A partire dagli anni ’70 e ’80, Legacoop ha incentivato la nascita di consorzi di secondo livello, concepiti come leve organizzative per rafforzare la capacità di accesso al mercato delle cooperative di piccola e media dimensione, in particolare nei settori dei servizi, delle costruzioni e delle forniture complesse.
Oggi, le tre principali strutture consortili nazionali del sistema sono:
- CNS – Consorzio Nazionale Servizi: aggrega oltre 160 cooperative in tutta Italia nei settori del facility management, della logistica e dei servizi integrati. È uno dei più grandi general contractor cooperativi europei, e svolge un ruolo di mercato fondamentale per le PMI cooperative.
- Integra: consorzio nazionale di imprese cooperative operanti nell’edilizia e nelle infrastrutture. Integra promuove innovazione tecnologica, qualità costruttiva e partecipazione a gare pubbliche di grandi dimensioni, offrendo alle imprese socie strumenti tecnico-amministrativi condivisi.
- Conscoop – Consorzio fra Cooperative di Produzione e Lavoro: attivo soprattutto nel settore delle costruzioni e delle opere pubbliche, ha sede a Forlì e rappresenta una rete storica di imprese cooperative capaci di operare su scala nazionale. Conscoop è riconosciuto come interlocutore stabile per grandi appalti pubblici e privati, con una forte impronta mutualistica.
Questi consorzi costituiscono un’infrastruttura essenziale del modello Legacoop: non semplici soggetti di servizio, ma architetture cooperative capaci di generare mercato, rafforzare la capacità competitiva delle imprese socie e garantire occupazione qualificata su scala nazionale.
Anche in questo caso, un modello ed uno strumento a servizio del sistema Paese, che, come sappiamo, è caratterizzato ma anche penalizzato dalla presenza prevalente di piccole e piccolissime imprese. Infatti, grazie alla capacità di aggregare e far crescere PMI cooperative, promuoverne l’accesso al mercato, contribuisce alla maggiore produttività del Paese.
Questo tema rimanda, più in generale, al sesto principio cooperativo “Cooperazione tra cooperative” che oltre ai consorzi ha visto sviluppare politiche di filiera e di gruppo che parte della forza del sistema Legacoop e che merita di essere indagato. Obiettivo che affronteremo in un prossimo paper.
5. Sostenibilità ambientale: efficienza e impatto nell’economia circolare
Nel primo rapporto nazionale sui rifiuti speciali prodotti dalle cooperative Legacoop, basato su 2.194 imprese e dati MUD 2020, si evidenzia che la produzione di rifiuti speciali è pari a 1,7 milioni di tonnellate, appena l’1% del totale nazionale, a fronte di un valore aggiunto di oltre 10,5 miliardi di euro.[7]
In rapporto al valore prodotto, le cooperative generano 0,16 tonnellate di rifiuti ogni 1.000 euro di valore aggiunto, un dato che dimostra un’efficienza produttiva superiore alla media nazionale. L’attività di Legacoop su questo fronte – anche attraverso Coopfond e i progetti PNRR – mostra come la sostenibilità possa diventare un driver competitivo sistemico, non solo etico.
6. Mezzogiorno: la cooperazione come presidio economico e sociale
Nel Sud Italia, dove si concentra circa il 46% delle cooperative italiane attive (oltre 20.000 imprese), il ruolo delle cooperative aderenti a Legacoop si conferma determinante nonostante un contesto macroeconomico complesso. Il valore della produzione cooperativa nel Mezzogiorno ha raggiunto 18 miliardi di euro nel 2022, pari al 12,5% della produzione cooperativa nazionale. Le cooperative Legacoop meridionali, pur rappresentando l’11% delle cooperative italiane, hanno generato 3,8 miliardi di euro, ovvero il 20,8% del totale cooperativo del Sud, in crescita costante dal 2019 (quando erano al 19,2%).
Questa dinamica si riflette anche nell’occupazione: mentre le cooperative non aderenti registrano un forte calo degli addetti nel Mezzogiorno (-27% tra 2019 e 2022), le imprese Legacoop hanno visto una crescita del 6,6%, con 28.000 addetti nel 2022. Le regioni con il maggior numero di occupati sono Campania, Puglia e Sicilia, ma è in Abruzzo, Sicilia e Campania che si registrano le crescite percentuali più marcate (+22%, +16% e +14%).
In termini settoriali, il tessuto cooperativo del Sud è fortemente orientato all’agroindustria (45% della produzione totale), all’assistenziale-educativo (15%), alle costruzioni (10%) e al commercio (9%). Le cooperative Legacoop si concentrano soprattutto in costruzioni (36% della produzione cooperativa di settore), agroindustria (19%) e servizi educativi e sociali (20%), confermando un posizionamento strategico nei comparti chiave per lo sviluppo territoriale.
A livello regionale, spicca la Sicilia, dove la produzione delle cooperative aderenti è raddoppiata tra il 2019 e il 2023 (+100%), ma sono molto rilevanti anche gli incrementi in Basilicata (+49%), Calabria (+40%) e Molise (+28%). Complessivamente, nel quinquennio 2019-2023, la crescita cumulata del valore della produzione delle associate Legacoop nel Mezzogiorno è stata del +40%, contro il +16% delle cooperative non aderenti.
Infine, il contributo economico complessivo delle cooperative Legacoop nel Sud è significativo anche in termini di attivazione di filiera: secondo il modello Input-Output SVIMEZ, i 3,8 miliardi di fatturato diretto generano altri 3,3 miliardi di produzione indiretta e 1 miliardo di produzione indotta, per un totale di oltre 8 miliardi di euro di valore attivato, con 80.000 occupati complessivamente mobilitati dalla filiera cooperativa Legacoop nel Mezzogiorno.
Questo insieme di dati rafforza l’idea della cooperazione Legacoop non solo come soggetto produttivo ma come infrastruttura di sviluppo territoriale, capace di stabilizzare l’occupazione, presidiare settori strategici e costruire filiere resilienti. In un’area ancora segnata da fragilità economiche e sociali, Legacoop si conferma una piattaforma abilitante per la coesione e la crescita sostenibile.[8]
7. Dinamiche recenti: crescita, occupazione e fiducia nel sistema cooperativo
I dati più aggiornati confermano che, anche in un contesto macroeconomico incerto, il sistema Legacoop continua a manifestare una dinamica di crescita solida e articolata. Nel 2023, il campione analizzato nel Rapporto Congiunturale Nazionale Legacoop – rappresentativo di 432 cooperative associate – ha espresso un valore della produzione aggregato di 20,46 miliardi di euro e ha impiegato oltre 119.000 addetti.[9]
Nel 2024, il 43% delle cooperative intervistate ha dichiarato un incremento del proprio fatturato rispetto all’anno precedente, con una crescita superiore al 10% per il 60% di queste imprese. Solo il 17% ha registrato una flessione. Si segnala una performance particolarmente positiva nei settori dell’abitazione e della cooperazione sociale, mentre l’industria e i servizi culturali mostrano ancora segnali di debolezza.
Anche sotto il profilo occupazionale si conferma un trend positivo: il 29% delle cooperative ha aumentato l’occupazione nel 2024, a fronte di un 13% che l’ha ridotta. I comparti della cooperazione sociale e dell’industria risultano trainanti. Il saldo occupazionale netto positivo risulta in miglioramento anche per il primo quadrimestre 2025, con previsioni di crescita al 21%, in particolare tra le cooperative sociali e culturali.
Dal punto di vista degli investimenti, il 27% delle cooperative prevede un aumento della spesa nel 2025, soprattutto nei settori del consumo/distribuzione, dell’abitativo e della cooperazione sociale. La propensione a investire è maggiore tra le cooperative di grandi dimensioni e quelle del Nord, ma anche tra le piccole cooperative si registra una tendenza espansiva, con segnali di rafforzamento del capitale.
Nonostante un contesto macroeconomico percepito ancora con preoccupazione – in particolare nei settori manifatturieri e dell’edilizia – il sistema Legacoop mostra una resilienza strutturale accompagnata da una crescente fiducia interna. La coerenza tra previsioni congiunturali e risultati consuntivi delle imprese nel quadrimestre successivo rafforza la credibilità delle stime espresse dal sistema cooperativo, segno di una capacità di lettura avanzata delle dinamiche di mercato e di adattamento strategico.
Un sistema più strutturato e solido
Un aspetto distintivo della cooperazione aderente a Legacoop, come abbiamo visto, è che non punta sulla numerosità, ma sulla qualità imprenditoriale e strutturale. A fronte di una quota pari a circa il 17% delle cooperative italiane registrate, le associate a Legacoop generano oltre il 30% del valore della produzione complessivo del sistema cooperativo nazionale e concentrano quasi il 40% del totale dell’occupazione cooperativa.[10]
Questo significa che Legacoop rappresenta la parte più strutturata, capitalizzata e produttiva della cooperazione italiana, come confermano anche gli indicatori patrimoniali e finanziari. Le cooperative Legacoop registrano:
- una migliore patrimonializzazione media,
- una più alta produttività per addetto,
- e un valore medio della produzione per impresa significativamente superiore alla media nazionale.
Questo tratto distintivo assume rilevanza strategica non solo nel confronto con altri modelli, ma per il ruolo che svolge nel sistema Paese: Legacoop si configura non solo come rete di rappresentanza, ma come infrastruttura capace di promuovere, sostenere e rafforzare imprese con ambizioni di crescita, impatto e durata.
Conclusione: Legacoop come sistema di resilienza e innovazione distribuita
Il valore aggiunto di Legacoop non si esaurisce nella rappresentanza o nella tutela sindacale. È un ecosistema collaborativo, un sistema integrato, capace di attivare strumenti finanziari, competenze, servizi, governance multilivello e logiche di mutualizzazione a beneficio delle imprese aderenti. I dati, come abbiamo visto, confermano che l’appartenenza a Legacoop si associa a maggiori probabilità di successo, tenuta e crescita sostenibile.
In un contesto dove le imprese cercano stabilità e futuro, il modello cooperativo organizzato mostra di essere una risposta sistemica, non episodica, alle grandi sfide del nostro tempo: crisi industriali, diseguaglianze territoriali, transizioni tecnologiche e ambientali.
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I principali Strumenti del sistema Legacoop
1. Coopfond
Coopfond è il fondo mutualistico istituito da Legacoop nel 1992, finanziato attraverso il 3% degli utili netti delle cooperative aderenti. Rappresenta lo strumento principale per sostenere la crescita e la patrimonializzazione del sistema cooperativo di Legacoop.
Opera attraverso interventi in equity, finanziamenti, contributi a fondo perduto. Ha sostenuto oltre 650 progetti, mobilitando più di 500 milioni di euro, anche grazie a collaborazioni strategiche con FIN4COOP, CFI, BPER e Banca Etica.
Coopfond dedica particolare attenzione a startup cooperative, progetti di Workers Buyout, sviluppo nel Mezzogiorno, sostenibilità e innovazione.
2. Fin4coop
Fin4Coop è una struttura d’intermediazione finanziaria cooperativa che opera su tutto il territorio nazionale supportando le imprese cooperative con strumenti di credito diretto, finanziamenti strutturati, supporto alla tesoreria e operazioni straordinarie. Lavora in sinergia con Coopfond e il sistema bancario per offrire soluzioni su misura, contribuendo alla tenuta patrimoniale e alla crescita sostenibile delle PMI cooperative.
3. Solvo Group
Solvo è società di consulenza strategica e gestionale del sistema Legacoop. Offre servizi per la pianificazione finanziaria, il controllo di gestione, la riorganizzazione aziendale e l’implementazione di strumenti di governance evoluta. Si rivolge alle cooperative che affrontano transizioni organizzative complesse, operazioni di rilancio, crescita o consolidamento, con team di professionisti specializzati nei settori produttivi cooperativi.
Solvo Group assume concordati fallimentari e preventivi, garantisce la liquidazione dell’attivo patrimoniale, si impegna verso i creditori con risorse proprie o fidejussioni. Detiene anche il 100% di FEDLUC, attiva nell’acquisto e recupero di crediti deteriorati.
4. Cooperfidi Italia
Cooperfidi Italia è il confidi nazionale del mondo cooperativo partecipato dalle principali associazioni cooperative: Legacoop, Confcooperative e AGCI.
È il confidi di riferimento dell’economia cooperativa, del settore primario e dell’economia sociale, settore nel quale rappresenta l’interlocutore privilegiato delle principali banche italiane.
Si propone di colmare la distanza tra le aziende socie, piccole e medie imprese cooperative e non, e le risorse finanziarie necessarie al loro sviluppo attraverso una collaborazione trasparente e professionale finalizzata al conseguimento del risultato del cliente/socio.
Il Consorzio fa parte del ristretto novero dei confidi vigilati dalla Banca d’Italia a norma dell’articolo 106 del T.U. Bancario; opera con i principali Istituti di credito bancario e con le principali Fondazioni bancarie italiane
5. CFI – Cooperazione Finanza Impresa
Investitore istituzionale dedicato alle imprese cooperative, parte integrante della cosiddetta “Legge Marcora”, CFI è partecipata dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy e dalle tre principali centrali cooperative (Legacoop, Confcooperative, AGCI). Finanzia la creazione e il consolidamento di cooperative, in particolare attraverso Workers Buyout, con strumenti di equity, prestiti partecipativi e assistenza tecnica. Ha investito oltre 350 milioni di euro, generando più di 10.000 posti di lavoro in cooperative di nuova costituzione o rigenerate dai lavoratori.
6. Factorcoop
Factorcoop è la società specializzata nel factoring per il sistema Legacoop. Offre servizi di anticipazione, gestione e smobilizzo dei crediti commerciali, rivolti principalmente a cooperative che lavorano con la Pubblica Amministrazione o operano in settori a lunga dilazione di incasso. Contribuisce alla liquidità delle imprese cooperative, migliorando il capitale circolante e sostenendo la gestione finanziaria. Opera in sinergia con Coopfond, Fin4coop e Cooperfidi per sostenere filiere e commesse pubbliche.
7. Fon.Coop
Fon.Coop è il Fondo paritetico interprofessionale per la formazione continua nelle cooperative. Finanzia piani formativi aziendali, settoriali e interaziendali, sostenendo aggiornamento professionale, innovazione e digitalizzazione. Con oltre 9.000 cooperative aderenti e più di 120.000 lavoratori coinvolti ogni anno, Fon.Coop è uno dei principali canali per la qualificazione del capitale umano cooperativo.
8. 4Form
4Form è il consorzio nazionale per la formazione cooperativa, nato nel 2015 per mettere a sistema le competenze degli enti territoriali e accompagnare lo sviluppo sostenibile delle cooperative. Opera su tutto il territorio nazionale e, attraverso le consorziate, offre percorsi formativi in ambito tecnico, manageriale, giuridico e sulla sicurezza sul lavoro. Lavora in stretta connessione con Fon.Coop e le associazioni territoriali, promuovendo lo sviluppo delle competenze come leva strategica per l’innovazione e la competitività cooperativa.
9. Previdenza Cooperativa
Previdenza Cooperativa è il Fondo pensione negoziale per i lavoratori delle cooperative. È il principale strumento di previdenza complementare del settore, con oltre 100.000 iscritti e una gestione multi-comparto. Garantisce una copertura previdenziale trasparente, sostenibile e fiscalmente vantaggiosa, accompagnando i soci e i lavoratori verso una maggiore sicurezza nel tempo.
10. Fondazione PICO
Pico è il Digital Innovation Hub della cooperazione italiana. Riconosciuta come European Digital Innovation Hub (EDIH), opera in tutte le regioni italiane con servizi di assessment, formazione, prototipazione tecnologica e accesso a bandi. Ha già mobilitato oltre 3 milioni di euro per supportare la digitalizzazione di migliaia di cooperative. Collabora con università, centri di ricerca e sistema camerale per una transizione digitale inclusiva. Diffonde l’innovazione cooperativa, crea spazi di confronto tra stakeholder istituzionali e player tecnologici per promuovere un modello d’impresa digitale sostenibile e cooperativo.
11. Fondazione Ivano Barberini
La Fondazione Barberini è centro di ricerca e documentazione storica della cooperazione. Custodisce uno degli archivi cooperativi più importanti d’Europa e promuove iniziative culturali, pubblicazioni e ricerche. Opera come snodo tra memoria storica e cultura d’impresa, ed è attiva nella formazione della classe dirigente e nella valorizzazione del pensiero mutualistico in chiave contemporanea.
12. CentrInRete
CentrinRete è la rete dei Centri Servizi Legacoop, promossi dalle strutture territoriali e accreditati da Legacoop Nazionale, nata per garantire servizi di alto livello alle cooperative su tutto il territorio nazionale. Offre supporto in ambito amministrativo, giuslavoristico, fiscale, legale e ambientale, sviluppo e implementazione dei sistemi di controllo aziendale.
Centrinrete punta a superare i confini territoriali, assicurando prossimità e qualità anche dove non sono presenti strutture di sistema, offrendo competenze specialistiche coerenti con il modello cooperativo. Ha inoltre il compito di armonizzare standard, metodologie e qualità dei servizi erogati a livello locale, rafforzando l’efficacia dell’intervento su scala nazionale.
13. Rete Nazionale Servizi
Una rete nazionale che unisce esperti di tutto il sistema Legacoop offrire alle cooperative strumenti, interpretare le norme, formare, rispondere ed orientare su quattro aree strategiche: diritto societario e cooperativo, fisco, lavoro e normativa giuslavoristica.
Nel 2024 ha prodotto 183 circolari e oltre 3.578 cooperatori hanno partecipato a webinar che ha organizzato.
14. Area Studi Legacoop
L’Area Studi Legacoop è articolata nel Centro Studi Legacoop e in CRM, produce ricerche, analisi e scenari economici. Elabora strumenti di supporto decisionale per il sistema Legacoop e genera contenuti per il dibattito pubblico su cooperazione, economia sociale, territorio, welfare e innovazione. Coordina l’attività di osservatori nazionali, sondaggi, rapporti tematici e analisi congiunturali periodiche.
15. Haliéus
Haliéus è la ONG promossa da Legacoop per la cooperazione internazionale allo sviluppo. In un contesto geopolitico complesso e di disimpegno istituzionale sulla solidarietà globale, Haliéus valorizza l’esperienza del movimento cooperativo italiano come strumento di crescita nei Paesi partner. In partenariato con le imprese cooperative locali, Haliéus promuove progetti multilaterali nei diversi settori in cui sono attive le cooperative italiane, avendo lavorato in oltre 20 paesi e registrando interventi attualmente attivi in Algeria, Cuba, Laos, Palestina, Turchia e Vietnam.
I suoi obiettivi: coinvolgere le cooperative italiane nei progetti di sviluppo, rafforzare il ruolo della cooperazione come attore riconosciuto nelle politiche di cooperazione internazionale e costruire consapevolezza sulle opportunità esistenti. In risposta alla crescente sensibilità delle cooperative verso i temi della pace, Haliéus dedica particolare attenzione ai contesti di conflitto, come Ucraina e Palestina, promuovendo inclusione economica e rafforzamento dei movimenti cooperativi locali.
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Note
[1] Si veda a questo proposito:
- Mattia Granata, Quarantacinque – Il dibattito sulla Cooperazione alla Costituente, Rubettino, 2024.
- Intervista a Mattia Granata a cura di Daniele Molteni, La Cooperazione alla Costituente e il futuro dell’economia sociale. Pandora Rivista, 24 gennaio 2025.
[2] Gli “Highlander” dell’economia italiana. Una Panoramica sulla cooperazione ultracentenaria. Nota Area Studi Legacoop, 2023.
[3] Bernardi A., Cori A., Granata M., Lelo K., Monni S., Rescuing firms in a co-operative way: Worker Buyouts in Italy, settembre 2022.
Le imprese recuperate in Italia, Nota 8, Area Studi Legacoop, marzo 2020.
[4] Le Imprese Recuperate in Italia, Area Studi Legacoop, maggio 2025.
[5] V Rapporto Annuale Legacoop, Area Studi Legacoop, 2023
[6] Si veda: Indagine sulla digitalizzazione delle imprese cooperative, Area Studi Legacoop, 2023.
Ai fini di questa ricerca IPSOS ha somministrato ad un campione di 345 cooperative lo stesso questionario utilizzato da ISTAT per il monitoraggio sulle imprese italiane così da ottenere dati confrontabili.
[7] Primo Rapporto rifiuti speciali sulle imprese aderenti a Legacoop, Area Studi Legacoop 2023 verificare.
[8] L’impresa cooperativa nel Mezzogiorno nel nuovo scenario globale, Osservatorio Mezzogiorno SVIMEZ-Legacoop, aprile 2025.
La cooperazione nel Mezzogiorno, Area Studi Legacoop, dicembre 2023.
[9] Rapporto Congiunturale Nazionale – situazione e prospettive delle cooperative associate a Legacoop. Area Studi Legacoop, febbraio 2025.
[10] Confronto Cooperative Legacoop con cooperative non aderenti, Area Studi Legacoop, ottobre 2024.