Il 19 settembre ho avuto il piacere d’intervenire all’iniziativa, promossa dalla Commissione Pari Opportunità di Legacoop, di presentazione de “Le leggi delle donne che hanno cambiato l’Italia”, curato dalla Fondazione Nilde Iotti.
Leggi la scheda di sintesi del libro a cura di Annalisa Casino 👇
Di seguito riporto il testo dell’intervento che avevo preparato che, in verità, non ho seguito alla lettera.
In apertura ho sottolineato come mi sia molto piaciuta l’impostazione, non rivendicativa ma, assertiva del volume poiché dimostra, con la forza dei fatti, l’importanza del contributo che le donne italiane hanno saputo dare all’emancipazione femminile ed all’avanzamento dei diritti per tutte e tutti i cittadini italiani. E perché, sempre con la forza dei fatti, dimostra come la capacità di costruire in Parlamento dialogo politico e mediazione tra posizioni diverse possa portare a risposte avanzate che dispiegano i loro risultati in tutta la società in modo duraturo.
Insomma dalle donne un esempio di alta politica, di esaltazione del ruolo delle istituzioni e quindi della democrazia.
In questo blog ho già parlato di: Democrazie alla prova delle complessità qui e di diseguaglianze di genere (Signora Economia – guida femminista al capitale delle donne) qui.
Ma ecco il testo dell’intervento: 👇

Buon pomeriggio a tutte e tutti,
Vorrei iniziare con una citazione tratta dalla introduzione della Presidente Livia Turco al volume perché questi che stiamo vivendo sono giorni gravi per l’umanità e quanto ha scritto mi è parso straordinariamente importante ed efficace:
Mentre scrivo queste parole sono profondamente scossa dalle immagini di morte, distruzione, vite di bambini straziate che provengono dall’attacco di Hamas nei confronti di Israele. La forza dell’odio che distrugge ogni umanità. Immagini da Gaza e da Israele che riportano in primo piano quella storia cruciale del nostro tempo e del nostro mondo, il conflitto tra Israele e Palestina e che potrà essere risolta soltanto con la realizzazione dell’obiettivo “Due popoli in due Stati” […] Questa tragedia insieme alle tante guerre, alla terza guerra mondiale a pezzetti, come ha ricordato efficacemente Papa Francesco, si inserisce dentro un contesto ed un tempo che ha visto attenuarsi il valore dell’umanità delle persone. Siamo in un mondo più disumano e rischiamo di assuefarci a tante disumanità che vediamo di fronte ai nostri occhi di giorno in giorno. Rischiamo di assuefarci alle morti in mare degli immigrati, alle forme di sfruttamento che colpiscono tanti lavori, alle diseguaglianze che si annidano nelle famiglie, nei quartieri, nelle scuole, alle tante discriminazioni che colpiscono le donne.
Livia Turco, introduzione a “Le Leggi delle donne che hanno cambiato il mondo”, a cura della Fondazione Nilde Iotti, pagg. 24 e 25.
Penso che il ruolo dei corpi intermedi e segnatamente della cooperazione – che ha nei principi democratici, nella centralità della persona, nell’uguaglianza (non a caso nel logo di Legacoop abbiamo voluto ricomprendere il simbolo dell’uguale) i propri elementi costitutivi – sia fondamentale per la tenuta della democrazia e la prosecuzione del cammino di emancipazione e di avanzamento dei diritti. Ciò aumenta le nostre responsabilità e l’importanza della presentazione e discussione di questo volume che ha al centro il percorso che le donne hanno saputo costruire per sé e per tutta la comunità.
Per questo è per me un onore aprire questa iniziativa promossa dalla Commissione Pari Opportunità di Legacoop Nazionale, che ringrazio sentitamente, in particolare la sua Presidente Annalisa Casino, che ha voluto dedicare questo spazio di confronto a un tema cruciale per il presente e il futuro del nostro Paese.
Un ringraziamento speciale va anche a tutte le relatrici e i relatori che oggi ci accompagneranno con le loro competenze, esperienze e visioni: dalla Presidente Livia Turco, all’On. Chiara Gribaudo, da Simona Lembi a Giorgia Fattinanzi, Filippo Riniolo, e alla giovane del Servizio Civile Sabrina Belmouddene. Grazie anche a Flavia Fratello per la moderazione e per dare voce a questo dialogo.

La responsabilità del movimento cooperativo aumenta se ricordiamo che nel 1846 Eliza Brierly fu la prima donna a diventare socia della cooperativa Rochdale Equitable Pioneers, ben 82 anni prima che le donne ottenessero il diritto di voto in Inghilterra e che in quella stessa cooperativa il prestito sociale depositato dalle donne non poteva essere ritirato dai mariti assai prima che alle donne venissero riconosciuti diritti economici e di proprietà. Un gesto pionieristico che ci parla di inclusione, visione e giustizia sociale: valori fondanti del movimento cooperativo.
Il libro che oggi presentiamo, Le leggi delle donne che hanno cambiato l’Italia, curato dalla Fondazione Nilde Iotti, è presa di posizione, testimonianza del valore e della forza della democrazia rappresentativa e del Parlamento dove la mediazione è capacità di ascolto e capacità, partendo da posizioni differenti, di convergere su obiettivi condivisi. E ci offre una mappa preziosa delle conquiste legislative che hanno trasformato la vita delle donne e il volto del nostro Paese: dal diritto di voto alla riforma del diritto di famiglia, dal divorzio alla tutela della maternità, fino alla lotta contro la violenza di genere.

Ma questo percorso non è concluso. Per quanto ci riguarda i dati del recente rapporto Legacoop sull’occupazione femminile ci mostrano luci e ombre: le donne sono una componente fondamentale del lavoro cooperativo, ma persistono differenze retributive e sottorappresentazione negli organi decisionali, soprattutto nelle cooperative di maggiori dimensioni. È un segnale che ci invita a fare di più, a fare meglio. Per quanto dal punto di vista del work life balance il movimento cooperativo è protagonista di tante iniziative a favore delle donne e della genitorialità, come pure della tutela della maternità come, ad esempio, il rinnovo del CCNL delle cooperative sociali che riconosce la maternità al 100%.
Come Legacoop, abbiamo il dovere di promuovere politiche attive per la parità, per la trasparenza retributiva, per il contrasto alle molestie – anche digitali – e per un vero equilibrio tra vita e lavoro. E dobbiamo farlo coinvolgendo le nuove generazioni, come ci ricorda il libro: perché i diritti conquistati non sono mai definitivi, e ogni generazione ha il compito di difenderli e ampliarli.
Quella di oggi, sono certo, sarà una tappa di questo percorso.
Grazie ancora a tutte e tutti per essere qui oggi. Buon lavoro.
Di seguito potete scaricare l’intervento di Annalisa Casino




