L’alleanza tra movimento cooperativo ed il progetto SIBaTer/Banca della Terra

In occasione del II^ Forum tecnico SIBaTer “Quale futuro per SIBaTer? Bilanci e prospettive”sono state realizzate due pubblicazioni con cui dare voce agli Amministratori dei Comuni “pilota” e ai Partners di Progetto ingaggiati nei progetti di recupero e valorizzazione dei beni censiti con SIBaTer. Tra questi Legacoop e Coopfond.

SIBaTer è il progetto di «Supporto istituzionale all’attuazione della Banca delle Terre».

E’ gestito da ANCI – Associazione Nazionale dei Comuni italiani, con il supporto tecnico della sua Fondazione  IFEL – Istituto per la Finanza e l’Economia Locale.

I servizi sono prestati a titolo completamente gratuito e  non comportano dunque alcun costo a carico dei Comuni che ne beneficiano.

Destinatari dei servizi di supporto e affiancamento prestati dalla Task Force SIBaTer  sono i Comuni delle 8 Regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia).

L’auspicio, alla luce dei risultati ottenuti e dell’importanza strategica degli obiettivi, è che il progetto possa essere esteso a tutto il territorio nazionale.

Di seguito l’articolo da me scritto e gentilmente pubblicato (scarica il volume).

Ho sempre sostenuto, in tanti anni di mestiere, che lo sviluppo di un Paese complesso come l’Italia non lo fanno i piani, le politiche economiche, le paccate di soldi, ma lo fa il suo popolo, con i suoi singoli abitanti e le diverse realtà comunitarie. [1]

La citazione di De Rita, estrapolata dal contesto, potrebbe essere fraintesa mancando il riferimento al bisogno di policy e di governance a regia pubblica, ma coglie e pone il punto su cui vorrei concentrarmi: il valore delle persone che con il loro agire collettivo si fanno popolo e l’importanza di una metodologia come quella Sibater-Banca delle Terre.

Sibater, partito dal già ambizioso obiettivo di affiancare i Comuni nelle attività di valorizzazione e riuso dei terreni incolti, è diventato (spero anche grazie al contributo dei partner come Coopfond) molto di più: un metodo per promuovere sviluppo locale partecipato, una rete di competenze e relazioni attivabili anche su altre progettualità, uno strumento per attivare ulteriori risorse.

La consulenza e l’affiancamento operativo erano e sono un presupposto fondamentale, ma era altresì necessario attivarsi per promuovere la nascita di progettualità e obiettivi condivisi che ogni parte della comunità sentisse come propri; ci si è quindi mossi partendo dall’ascolto e dalla capacità di entrare in connessione con gli amministratori locali, i cittadini, le loro aspettative e bisogni.

Per costruire così una visione strategica condivisa e azioni su cui tutti gli attori potessero convergere. Un livello di coesione necessario e che negli ultimi decenni è generalmente mancato al nostro Paese rappresentando, a mio giudizio, una delle cause della mancata crescita e delle difficoltà che più complessivamente stiamo attraversando.

Con Sibater abbiamo scoperto che territori sono ricchi di asset inutilizzati e il principale di questi sono proprio le persone con il loro bagaglio di saperi, di valori, di legami sociali. Il primo obiettivo, per chi vuole promuovere sviluppo locale, è quindi attivarle attraverso il dialogo e la costruzione di relazioni.

Un lavoro di animazione e accompagnamento che dimostra che se ci sei, sai ascoltare e consigliare, puoi agevolare dei processi di sviluppo e di innovazione duraturi e non effimeri. Ovvero l’idea di un soggetto pubblico agente dello sviluppo proprio perché capace di attivare reti e progettualità, il contrario del “bandificio” cui eravamo tristemente abituati (speriamo di poterla considerare una fase chiusa ma non ne sarei così certo).

Su questo si intreccia la naturale alleanza tra movimento cooperativo ed il progetto Sibater/Banca della Terra che, nel far emergere dal confronto con le comunità, competenze, punti di forza, legami sociali, ha dimostrato l’importanza di stare sul territorio in modo competente, di conoscerlo e riconoscervisi. Un’azione maieutica capace di attivare protagonismo, individuare risorse latenti, promuovere leadership locali, reti di relazioni, progettualità.

Un patrimonio di competenze e strumenti che fanno di Sibater un modello scalabile, utilizzabile per più vaste politiche di sviluppo locale ed auspicabilmente estendibile a tutto il territorio nazionale con una collaborazione che speriamo di poter proseguire.

L’esperienza maturata con la promozione cooperativa e in particolare delle cooperative di comunità, la cui importanza e capacità di incidere sul destino dei luoghi è finalmente divenuta sentire comune ed è riconosciuta anche da chi a lungo non ha voluto vedere, mi consente infatti di sottolineare come l’impresa cooperativa abbia caratteristiche tali da renderla adatta ad ogni settore dell’economia e straordinariamente efficace proprio nei processi di sviluppo territoriale.

Il naturale riferirsi agli interessi della comunità, da cui di fatto discende ed il radicamento in essa, fa dell’impresa cooperativa un modello orientato alla creazione di valore condiviso e non alla sua estrazione. Non a caso il 7° principio dell’Alleanza Internazionale delle Cooperative, “interesse verso la comunità”, recita: “le cooperative operano per uno sviluppo durevole e sostenibile delle proprie comunità attraverso politiche approvate dai propri soci”.

Così come la possibilità di assumere in sé diversi obiettivi (scambi mutualistici) e di rispondere anche contemporaneamente a più interessi (dei lavoratori, dei cittadini utenti, delle imprese del territorio) ne fa un soggetto particolarmente adatto per gestire processi complessi con una funzione d’interesse collettivo e di sussidiarietà rispetto al pubblico.

La democrazia interna (altro principio costitutivo del movimento cooperativo) rafforza ulteriormente la capacità di gestire processi complessi e di costruire, attraverso la partecipazione, scelte attente ai diversi bisogni. Come dicevamo, nulla più della capacità di costruire obiettivi condivisi può consentire il buon esito di un’intrapresa. Certo non è un pranzo di gala, non sono consentite scorciatoie o finzioni ed il conflitto è sempre una variabile possibile e da saper gestire.

Nello stesso tempo la larga base sociale, il radicamento territoriale e la proprietà “d’uso e non di possesso” (che si estrinseca nell’indivisibilità del patrimonio tra i soci) fanno dell’impresa cooperativa un modello longevo che naturalmente guarda al lungo periodo. Esattamente il contrario dello shortermismo che da decenni contraddistingue il nostro Paese e non solo.

Il passo dell’impresa cooperativa non è quello veloce del centometrista, ma quello lento e faticoso del maratoneta che sa raggiungere risultati straordinari e per i più del tutto impossibili.

Se cresce l’impresa cooperativa, cresce il territorio e viceversa per questo come Coopfond – assecondando e svolgendo la nostra funzione istituzionale di “investitore” per lo sviluppo del movimento cooperativo – ci siamo impegnati al fianco di Ifel e di Legacoop in questo progetto. Le esperienze avviate né dimostrano la validità ed il valore e rafforzano la nostra volontà di proseguire il percorso avviato.

Chi è e cosa fa Coopfond

Coopfond è la società che gestisce il Fondo mutualistico per la promozione cooperativa alimentato dal 3% degli utili annuali di tutte le cooperative aderenti a Legacoop, dai patrimoni residui di quelle poste in liquidazione e dagli utili della propria gestione.

Costituita ai sensi della legge n. 59 del 31 gennaio 1992, per la promozione e lo sviluppo della cooperazione, ha dato vita ad un circuito virtuoso in grado generare sviluppo con risorse prodotte al suo interno.

Coopfond fa vivere il valore della mutualità, non riceve alcuna risorsa pubblica, trae tutte le proprie risorse dalle cooperative investendole a favore di altre cooperative. Con la sua attività attua il principio di mutualità esterna per dimensioni, settori e regioni poiché raccoglie risorse dalle cooperative di grandi dimensioni e redistribuisce a quelle di piccole dimensioni, dai settori a marginalità più elevata a quelli meno redditizi, dalle regioni più produttive a quelle più svantaggiate.

Per farlo Coopfond sostiene: la nascita e lo sviluppo di nuove imprese cooperative, piani d’investimento in cooperative esistenti, processi di fusione ed integrazione tra le stesse per raggiungere una soglia dimensionale capace di assicurare un posizionamento migliore sul mercato, rinascita in forma cooperativa di imprese fallite o in liquidazione attraverso il fenomeno dei workers buyout.

Oggi il patrimonio di Coopfond è di circa 500 milioni di euro e nell’ultimo esercizio ha deliberato interventi per circa 30 milioni di euro.

Queste risorse vengono utilizzate per finanziare interventi rotativi sotto forma di: finanziamenti (anche in partnership con altri istituti convenzionati), partecipazioni temporanee nel capitale delle cooperative, solitamente in occasione di aumenti di capitale (il contributo di Coopfond non supera l’ammontare delle risorse investite dai soci della cooperativa). Le risorse vengono altresì investite in contributi che possano coprire parte dei costi sostenuti per servizi di accompagnamento al riposizionamento strategico, miglioramento organizzativo o ricerca di nuovi mercati delle cooperative.

Coopfond promuove altresì Coopstartup, programma nazionale per la promozione di startup cooperative. Percorso di promozione, incubazione ed accelerazione di nuove imprese cooperative. Uno degli strumenti più innovativi messi in campo dal movimento che, ad oggi, ha consentito di selezionare oltre 1300 idee progettuali con il coinvolgimento di circa 6.700 persone prevalentemente giovani. Un supporto importante alla crescita del movimento cooperativo e con esso dei territori.


[1] Giuseppe De Rita Corriere della Sera, 19 gennaio 2021