Per la terza volta nella storia, una rivoluzione energetica cambia il mondo. Incide radicalmente sulla traiettoria della crescita, modifica l’organizzazione dell’industria e la vita quotidiana degli abitanti del pianeta, altera gli equilibri geopolitici: apre così una nuova fase nel capitalismo del XXI secolo.

Questo l’incipit di Energia – La grande trasformazione, volume scritto da Valeria Termini per le edizioni Laterza e di cui Fondazione Barberini, Centro Italiano di documentazione sulla cooperazione e l’economia sociale,  Area Studi Legacoop e Coopfond hanno organizzato la presentazione che ho avuto il piacere e l’onore di coordinare. Il libro affronta in modo chiaro un tema strategico e di grande attualità come quello della transizione energetica la cui portata è tale da far pensare ad una possibile nuova fase del capitalismo.

Alla discussione, oltre all’autrice, hanno partecipato: Mauro Lusetti (presidente nazionale Legacoop), Paolo Barbieri (presidente CPL Concordia), Francesco Bernardi (fondatore di Illumia SPA), Sara Capuzzo (presidente Ènostra).

Qui il link alla presentazione e a seguire una sintesi delle tesi del libro ed alcuni degli spunti emersi dalla discussione.

La sintesi non potrà rendere giustizia né ai contenuti del confronto né a quelli del volume che ho trovato davvero molto bello e straordinariamente chiaro nel descrivere un quadro assai complesso,  facile invitarvi a leggerlo!

La tesi generale del libro è che la grande trasformazione energetica e digitale non solo sia vicina ma in corso e subirà una forte accelerazione con conseguenze ravvicinate e dirompenti sul piano economico internazionale, modificando le catene globali del valore e i loro percorsi.

Questa valutazione viene argomentata non solo e non tanto con una lettura “statica” della produzione energetica per fonti (ancora fortemente dipendente dagli idrocarburi) ma dalla rapidità del cambiamento che avanza.

L’impianto complessivo è orientato ad una visione “ottimista” e positiva delle possibili linee di sviluppo. La sostenibilità ambientale e lo sviluppo – grazie alle grandi innovazioni in atto – non sono più in antitesi. La tecnologia e il governo intelligente, pragmatico e non ideologico della transizione possono condurre ad un’inedita armonia tra sviluppo e ambiente.

Valeria Termini nel suo intervento, rimarcando che non c’è contrasto tra sviluppo economico e ambiente ci ha detto: l’ambiente è cosa troppo seria per essere lasciata ai soli ambientalisti!

Il risultato ovviamente non è scontato e non mancano rischi e contraddizioni. Come in tutte le transizioni dipende anche da noi, dalle scelte che faremo come cittadini. Produrrà vincitori e vinti e bisognerà governare anche gli impatti sociali e combattere le diseguaglianze.

Parte importante del libro è occupata dalle conseguenze geopolitiche.  La Cina si impone come potenza emergente (avendo acquisito un importante controllo dei giacimenti di “terre rare”  e un importante vantaggio competitivo sul fronte tecnologico), importanti sono i riflessi sull’Africa e le possibilità di sviluppo democratico di quei paesi produttori che oggi non lo sono. Questo impone la necessità di un nuovo ordine mondiale cooperativo e multilaterale pena il rischio di un disordine violento dall’esito non prevedibile.

Così come Vi sono rischi, ambientali e sociali, legati ad un nuovo “ciclo minerario” per l’estrazione dei minerali necessari alla produzione o conservazione di energia da fonti rinnovabili (Cobalto, Litio, Nichel) concentrati in Africa e Australia che ha già portato all’apertura di un’indagine nei confronti di Apple e Tesla per lavoro non protetto di bambini locali.

Le nuove fonti rinnovabili, soprattutto solare ed eolico, prodotte localmente, in teoria inesauribili e il cui input ha costo marginale pari a zero in sinergia con la rivoluzione digitale offrono un nuovo modello pronto per sostituirsi a quello del secolo passato, basato sui combustibili fossili, tra i quali solo al gas è riservato un posto di rilievo per accompagnare la transizione energetica grazie alla minore incidenza nella produzione di CO2.

Questo porta a una nuova centralità del Mediterraneo ed ad un ruolo che il Mezzogiorno d’Italia ed il Paese intero possono giocare in chiave di sviluppo.

Una nuova centralità del Mediterraneo, per i giacimenti di gas trovati lungo le coste di Egitto, Israele, Cipro, fa dell’Italia l’hub europeo. Su questo è possibile impostare una nuova politica industriale per il Meridione, per l’Italia e l’Europa.

Così come una nuova politica di cooperazione con i paesi della sponda sud, con cui storicamente l’Italia intrattiene importanti rapporti, è un’opportunità per le imprese italiane che potrebbero svolgere un ruolo per l’infrastrutturazione di produzione diffusa di energia  con ricadute positive sia sullo sviluppo locale sia sul tema migrazioni.

Nello stesso tempo grazie allo sviluppo delle energie rinnovabili si aprono opportunità impreviste nel mondo industriale: nuovi processi produttivi, nuovi prodotti, nuovi servizi.

La produzione “diffusa” ha importanti risvolti democratici e potrà responsabilizzare i cittadini che potranno orientare le loro preferenze per produzioni meno inquinanti.

Il Presidente Lusetti nel suo intervento ha ricordato il ruolo importante del movimento cooperativo nel settore energetico (portando l’esempio degli Stati Uniti dove i maggiori produttori di energia sono cooperative) e il contributo del movimento cooperativo italiano sia sul fronte delle imprese energivore, che stanno innovando per ridurre consumi e impatto ambientale, sia sul fronte della produzione e consumo di energia da fonti rinnovabili richiamando la frontiera delle comunità energetiche come terreno di sfida possibile per una nuova democrazia economica che guardi allo sviluppo sostenibile capace di raggiungere ed essere opportunità anche per le aree interne.

Paolo Barbieri – Presidente di CPL Concordia – ha sottolineato come di fronte agli importanti investimenti che si prospettano sia importante valorizzare il ruolo delle imprese non solo come esecutori, ma come partner di una nuova possibile politica industriale che consenta a tutto il paese di tornare a crescere ed innovare. Una sfida non semplice cui il movimento cooperativo è pronto a contribuire.

Francesco Bernardi – fondatore di Illumia SpA – ha sottolineato che siamo in una fase di trasformazione del mercato: da mercato dell’offerta a mercato della domanda che pone al centro i consumatori e che trasferisce ruolo ed importanza ai trader di energia.

Sara Capuzzo – Presidente di énostra ha sottolineato come ci si trovi in un momento di grande fermento e che la probabile nomina (nel momento del confronto non si avevano ancora informazioni ufficiali sulla formazione del futuro Governo) di un ministro alla transizione ecologica segna come il tema della centralità dell’ambiente sia finalmente diventato mainstraem. Ad oggi sono una decina le comunità energetica avviate a livello nazionale ma la prospettiva, soprattutto se si riusciranno a superare alcune difficoltà burocratiche, è di un rapido e crescente sviluppo.

Valeria Termini nelle sue conclusioni ha ripreso molti dei punti del dibattito rimarcando come la parola chiave di questa fase di transizione sia rapidità e come possa non esserci contrasto tra sviluppo e ambiente. L’ idrogeno, soluzione non a breve termine sui cui è pero necessario investire come stanno facendo altri paesi, è una leva per costruire una nuova filiera industriale che può avere nella relazione pubblico-privato un forte elemento di successo anche a livello territoriale. Prima di approfondire i temi geopolitici affrontati nel volume  è tornata anche sul ruolo dei cittadini ricordando il grande valore della coesione sociale e di come i paesi con un forte senso di responsabilità civile riescano a coniugare alti tassi di sviluppo e qualità della vita e nel concludere ha sottolineato come provi “una speciale sintonia con il mondo delle cooperative che ammiro nei fondamenti”.

Il contributo del movimento cooperativo, ancora una volta nella storia, può essere di avanguardia nella costruzione di un nuovo modello. Una responsabilità ed una sfida a cui penso non sfuggiremo!

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Nella foto: Valeria TERMINI Festival dell’Economia Lobby Muse Trento, 25 settembre 2020 FOTO: Domenico SALMASO

Nella foto: Valeria TERMINI
Festival dell’Economia Trento, 25 settembre 2020
FOTO: Domenico SALMASO

Valeria Termini, ordinaria di Economia dell’Università di Roma Tre, dal gennaio 2021 è membro dell’United Nations High Level Energy Dialogue-COP26.

Già Commissario dell’Autorità per Energia e Ambiente (ARERA, 2011-2018) e Vicepresidente del Consiglio Europeo dei Regolatori dell’Energia (CEER), ha ricoperto importanti incarichi nazionali e internazionali. Ha scritto di economia e politica energetica europea e internazionale, teoria e politica monetaria, innovazione e instabilità dei mercati finanziari. E’ stata insignita negli Stati Uniti dell’International Public Administration Award. Per Laterza ha pubblicato nel 2020 “Energia. La Grande Trasformazione”.